- raccontato da Rocchi Flaminio | 1913
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Provincia di Roma - Per la memoria | 05/07/2011
"Il mio nome, che era slavo, era stato cambiato nel 29 dal fascismo. Ma noi eravamo di cultura italiana: in Italia c’era il cinema, nelle terre slave ci sembrava ci fossero solo i canti intorno al fuoco.
Quando siamo arrivati in Italia , qui c’erano 4 milioni i disoccupati, e noi venivamo guardati male, tanto che molti hanno continuato il viaggio verso gli Stati Uniti o l’Australia. A Roma ci furono i campi profughi a Centocelle, a Cinecittà, alla caserma granatieri a Santa Croce in Gerusalemme, alla caserma dei bersaglieri a Trastevere, al forte Boccea"
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