Villani Livio

 
Villani Livio

nato nel 1940
Roma

3 Racconti

2.5 min
Livio ha lavorato per 40 anni in Telecom che nel 60 si chiamava Teti – telefonica tirrena. Significa che ogni area aveva un nome di verso. Quell’anno ci furono anche le Olimpiadi: quel giorno Livio fece i salti mortali per vedere la chiusura del 400 metri piani. Dopo quattro anni a Latina, Livio tornò a Roma, si è sposato ed è andato ad abitare vicino casa dei suoceri.
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7.5 min
Livio ha fatto gli ultimi tre anni delle elementari dai Salesiani che si erano inventanti una specie di gara per far studiare i bambini: i più bravi ala fine dell’anno avevano le medaglie d’oro. I giochi erano a seconda delle stagioni: c’è stata la stagione delle biglie, quella delle figurine, quella della nizza. La vita in inverno si svolgeva in cucina dove c’era la stufa. La madre, tedesca, non era una gran cuoca. Il Natale era bello, i salesiani regalavano un panettone e un baccalà. Il padre ci teneva a fare l’albero che era addobbato a seconda dei tempi: prima con i mandarini, poi con addobbi più ricchi. Livio si è goduto veramente Roma quando ha frequentato il Gioberti che sta in centro, a Corso Vittorio. Si ricorda di via dei Coronari con gli artigiani che lavoravano sulla soglia dei negozi.
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4.5 min
Livio abitava sul lago di Garda. Il padre era militare di carriera e ai tempi c’era la Repubblica di Salò. Per un certo periodo tutta la famiglia seguì il padre ad Asti. Le vicende della guerra di resistenza convinsero la famiglia a trasferirsi a Roma, dove c’era la sorella del padre. E dopo un po’ il padre si attrezzò per costruire una casetta a Primavalle. Non c’erano molte strade, si percorreva la marana. E c’erano solo due linee di autobus.
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