- raccontato da Finzi Sabatino | 1927
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
La sera del 23 ottobre arrivarono a Birkenau. Erano partiti in una ottobrata romana, a Birkenau c’era la neve e otto gradi sotto zero. Li hanno scaricati la mattina dopo. Cominciò subito la selezione: dei 1100 solo 153 sono entrati al campo, gli altri subito mandati alle camere a gas. Nessuno pensava cosa stesse succedendo. Sabatino ha saputo solo dopo due giorni da un greco di Salonicco che chi non era entrato nel campo, era stato ucciso. Quello che è strano è che sia stato ucciso anche il padre che era giovane e, da ex marinaio, aveva un fisico prestante. Forse non si era voluto separare da moglie e figlia. Sulla rampa erano efficientissimi, smistavano un treno in mezzora, poi ne arrivava un altro, dalla Grecia, dalla Polonia… Sabatino è stato subito rasato e tatuato e mandato nella baracca. Ogni baracca aveva un kapò che abitava in una sua baracchetta e faceva il lavoro sporco delle botte e delle punizioni. Nel campo si sentiva una gran puzza di carne bruciata. Sabatino di forni se ne intendeva: qualunque ciminiera butta fuori fumo, quelle di Birkenau sputavano fiamme perché qualunque corpo, anche il più magro, contiene grasso.
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