Filippini Lera Anna

 
Filippini Lera Anna

nato nel 1914
Roma

8 Racconti

4.2 min
Negli anni del fascismo le donne non erano molto considerate. Anna invece ha vissuto un’esperienza da protagonista. Ricorda un rapporto molto amichevole e fraterno fra ragazzi e ragazze. Nel suo ambiente era importante guardare all’indipendenza, al lavoro. Ma sa di aver vissuto in un ambiente borghese, per dare un giudizio complessivo pensa bisognerebbe andare a guardare cosa succedeva nelle campagne. Anna quando nel 1954 è arrivata in Emilia si è sentita davvero piccina al confronto con quello che aveva fatto anche la più umile delle contadine per contribuire alla Resistenza.
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5.3 min
L’impatto di Anna con il ritorno non fu difficile. Aveva la scabbia, era malconcia ma era sana. E c’erano un sacco di cose da fare, una atmosfera meravigliosa, c’era il referendum fra monarchia e repubblica, c’erano le elezioni, in definitiva tornava in un ambiente di amici e di compagni di politica. Anna considera la differenza con quei pochi ebrei che ritornavano.
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5.7 min
Al campo americano dopo la liberazione Anna e Vera, da prigioniere politiche, si erano sentite dire chi ve l’ha fatta fare. Anna considera a distanza di moltissimi anni che aveva fatto una scelta che metteva nel conto di essere fucilati o imprigionati. Ma non avevano la più pallida idea di cosa avrebbero trovato in Germania. E non hanno trovato l’orrore dei campi di sterminio. Ne hanno avuto solo un lontano sentore ma non potevano immaginare.
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15.9 min
Gli americani si sono annunciati con aerei che mitragliavano. I tedeschi hanno tenuto le prigioniere in carcere fino all’ultimo minuto. La notte dopo Anna arrampicandosi fino alla finestra del carcere vide le bandiere bianche sul campanile di Aichach. Arrivato giorno, sentirono grande rumore di passi e un americano spalancò la porta della cella. Erano gli ultimi giorni di aprile 1945. fu un grido di gioia in tutte le lingue e poi l’assalto ai magazzini. Seguì un periodo ancora nel campo. Anna prese la febbre e ricorda che Vera la pregava di non ammalarsi proprio alla fine. Non c’era un punto di raccolta italiano. Anna e Vera andarono in un campo francese. Non riuscivano a trovare il modo di tornare in Italia quando arrivò Paolo Buffa, il cugino di Vera che prestava servizio con gli alleati, con una jeep inglese, in divisa. Le aveva rintracciate e tornarono così in Italia. Arrivarono a Roma nel mese di giugno. Per strada c’erano masse di prigionieri che cercavano di tornare. L’organizzazione per gli italiani era molto scarsa.
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8.7 min
Al carcere di Aichach c’erano donne di tutte le nazionalità. C’erano carceriere professioniste molto cattive. Fin dall’inizio fu chiaro che bisognava rigare dritto e che si faceva qualche sciocchezza bisognava farla bene. Il primo lavoro Anna lo ricorda come strano e stravagante. Poi costruirono ghette per i militari: ad un certo punto trovarono il sistema per far rompere il filo, un piccolo sabotaggio che dava soddisfazione. Non arrivavano molte notizie. Gli ultimi mesi hanno lavorato in campagna. E poi si seppe che stavano arrivando gli americani.
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13.0 min
Anna fu caricata su un camion insieme a Vera, ad altre ragazze romane, a due ragazze che venivano dall’Abruzzo e ad una signora che era riuscita per molto tempo a non separarsi dal marito. Vera non ricorda esattamente quanti camion facevano parte del trasporto: subito fuori da Regina Coeli, su lungotevere aveva visto il padre, che subito dopo averla salutata è andato via perché c’era il coprifuoco. A Firenze vennero caricate su un carro bestiame e arrivarono al confine: i ferrovieri scesero e chiesero scusa per averle trasportate. Sono arrivati a Monaco e caricate su un camion diretto al carcere. Sono arrivate a Dachau e da lì, dopo un andirivieni fra conte e appelli, vennero mandate al carcere femminile di Aichach senza rendersi conto che a Dachau c’erano camere a gas e forni crematori: erano rimaste troppo poco e non potevano nemmeno immaginare.
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17.1 min
Cominciò la lotta clandestina. L’organizzazione era molto rigorosa: i contatti avvenivano con catene di persone, non si conoscevano nomi, dei GAP se non se ne faceva parte, non si sapeva assolutamente nulla. A Roma la repressione fu molto pesante. Anna all’epoca ne aveva percezione dal carcere e dalla affluenza di prigionieri: è stata arrestata nel febbraio del 1944. Ricorda cosa successe a Regina Coeli quando ci fu la rappresaglia delle Fosse Ardeatine: l’arrivo delle SS, gli appelli, il raduno nel cortile del carcere, il gesto di una guardia che annunciava che sarebbero morti tutti. L’arresto di Anna fu dietro delazione di una ragazza tedesca che studiava nel liceo in cui Anna e Vera distribuivano volantini. Dal nome pensavano che Vera Michelin Salomon fisse ebrea. In casa Anna aveva due pacchi di manifestini che per fortuna non erano firmati dal Partito Comunista, di cui Anna faceva parte, ma da un comitato che si rivolgeva ai contadini. Le due ragazze furono condannate a due anni di lavori forzati da scontarsi in Germania. I tre giovani furono assolti perché per fortuna non erano stati identificati per quello erano in realtà: tre partigiani che collaboravano con l’esercito ...
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10.0 min
Anna è nata da una famiglia di origini piemontesi. Ha avuto una infanzia felice, ha vissuto in una famiglia borghese e fascista. Educata dalle suore, il suo orientamento politico antifascista fu scatenato dalla su condizione di donna: avrebbe voluto studiare, fare il liceo che ha fatto privatamente. Frequentava già da studentessa l’ambiente della sinistra e la cosa che aveva sancito per sempre l’impegno del gruppo di amici fu la guerra di Spagna: lì si era capito che non si trattava di un evento isolato ma che la guerra sarebbe dilagata. Senza contare la fotte emozione nel vedere che da tutto il mondo arrivavano volontari per tentare di salvare la Repubblica di Spagna. Durante il fascismo, nonostante la censura, le notizie arrivavano, soprattutto dai contatti con la Francia. Dopo l’8 settembre si organizzò la resistenza anche grazie a tutta la rete che si era costruita prima. Anna faceva attività presso le scuole e fu arrestata insieme a Vera Michelin Salomon e ad altri tre compagni, d cui uno, Paolo Buffa, cugino di Vera, sarebbe poi diventato suo marito. Dell’8 settembre Anna ricorda una città senza punti di riferimento, con uffici e ministeri chiusi, in stato di abbandono. A...
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